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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, II, 43
 
originale
 
43 Hoc fortasse rei publicae causa constitutum est; comitiorum enim non habendorum causas esse voluerunt. Itaque comitiorum solum vitium est fulmen, quod idem omnibus rebus optumum auspicium habemus si sinistrum fuit. Sed de auspiciis alio loco; nunc de fulgoribus. Quid igitur minus a physicis dici debet quam quicquam certi significari rebus incertis? Non enim te puto esse eum qui Iovi fulmen fabricatos esse Cyclopas in Aetna putes;
 
traduzione
 
43 Forse ci? fu stabilito nell'interesse dello Stato, poich? i nostri antenati vollero avere dei pretesti per non tenere i comizi. Quindi solo per i comizi il fulmine ? un segno sfavorevole: per tutto il resto lo consideriamo un ottimo auspicio, se ? caduto a sinistra. Ma degli auspicii parleremo in seguito; ora proseguiamo sui fulmini e sui lampi. Che cosa, dunque, gli studiosi della natura hanno il dovere di astenersi soprattutto dal dire, se non questa, che fenomeni certi siano preannunciati da segni incerti? Non credo, infatti, che tu sia capace di credere che i Ciclopi foggiarono il fulmine per Giove nei recessi dell'Etna:
 

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